Un animale bruttino ma pieno di personalità
Parlando di eterocefalo, di certo non lo si può elogiare per la sua bellezza … anzi, a essere onesto, sfido chiunque tra voi lettori a definirlo “carino”!
Possiamo affermare tranquillamente che il ratto talpa nudo è oggettivamente uno dei mammiferi più brutti che siano presenti oggi sulla Terra; ma non per questo non ha il fascino. Anzi!
L’eterocefolo è un “topone” privo di pelo dalle dimensioni di 12-13 cm, con orecchie atrofiche, occhi ridotti a fessure e classici dentoni da roditore, che vive in gallerie scavate nelle zone desertiche dell’Africa Orientale.
Come mammifero ha diverse caratteristiche uniche. Per prima cosa ha incuriosito gli studiosi per essere refrattario al cancro. Poi pare accertata l’insensibilità (o per lo meno l’altissima tolleranza) al dolore.
Studi recenti hanno evidenziato l’unicità di questo piccolo animale anche da un punto di vista metabolico. Pare infatti che l’eterocefalo, abituato a vivere in gallerie sotterranee che possono raggiungere l’estensione di diversi chilometri, con forti problemi di areazione, abbia sviluppato una particolare capacità di resistenza alla mancanza di ossigeno. Le affollate colonie sotterranee in cui vive l’eterocefalo presentano sovente ambienti in cui una concentrazione di ossigeno nell’aria scende a livelli molto bassi (intorno al cinque per cento). Queste concentrazioni (per un topo, ad esempio, per rimanere a un parente) significano prima ipossia e poi morte nel giro di 15 minuti.
L’eterocefalo glabro, invece, entra in uno sorta di “letargo” animato, con una riduzione sia della frequenza cardiaca che del ritmo respiratorio, mentre mantiene la capacità di muoversi coscientemente. L’animale può resistere fino a 5 ore, in questa strana condizione, tornando poi rapidamente alle condizioni normali appena la concentrazione di ossigeno aumenta.
Ma nonostante questi suoi eccezionali adattamenti fisici, da appassionato etologo, trovo che l’aspetto più incredibile di questa specie sia il comportamento sociale. Gli eterocefali sono infatti gli unici mammiferi conosciuti con una organizzazione eusociale (come le api o le formiche, per intenderci) escludendo ovviamente Homo sapiens. La colonia è infatti governata da una regina, unica femmina in grado di riprodursi, che governa con pugno (ma forse sarebbe più corretto dire “con denti”) di ferro. La regina, che può raggiungere la ragguardevole età di 18 anni, si riproduce ogni 2-3 mesi, spesso raggiunge l’estro già durante l’allattamento della cucciolata precedente, e può concedere i propri favori a più maschi durante lo stesso calore. La regina impedisce l’accoppiamento alle altre femmine della colonia, sia attraverso violente aggressioni fisiche che attraverso aggressioni chimiche: pare infatti che l’urina con cui la regina marca l’intera colonia, contenga delle sostanze (probabilmente ormoni) atte ad inibire l’estro delle altre femmine.
Le colonie di eterocefalo possono essere composte da 70-80 esemplari: i più piccoli di taglia costituiscono la casta operaia, incaricata di trovare il cibo, scavare, tenere pulite la galleria e accudire i cuccioli della regina; la casta dei soldati è costituita dagli eterocefali più grandi che normalmente oziano nell’interno della tana, pronti a intervenire al primo segnale di pericolo per la colonia; sopra a tutti sta la regina.
Raramente gli eterocefali emergono in superficie, anche perché la loro capacità di termoregolazione è molto scarsa; inoltre le loro capacità sensoriali in superficie sarebbero poco efficaci rendendoli delle facili prede.
Questo è l’eterocefalo glabro, un animale che di certo non spiccherà per bellezza, ma che come avete potuto capire è, senza dubbio, decisamente pieno di personalità!