Piantala, la biodiversità!
Tutti oggi sono a conoscenza dei rischi che corrono le foreste pluviali (anche se ad alcuni torna comodo fingere il contrario), tuttavia pochissimi sono attenti alla biodiversità che ogni giorno va perduta sotto i nostri occhi, in Europa, a casa nostra.
L’Italia, grazie a un territorio estremamente articolato, che spazia dagli oltre 7.000 chilometri di costa ai quasi 5000 metri delle vette alpine, passando per colline assolate, fertili pianure, grandi fiumi e imponenti laghi è sicuramente uno degli “hotspot” europei della biodiversità. Per darvi un’idea della ricchezza del nostro territorio pensate che oltre 7.000 specie vegetali sono presenti in Italia (circa il 30% di tutte quelle censite nell’intero bacino del Mediterraneo). Ma il dato ancora più interessante è che circa il 13% di queste specie vegetali sono presenti solo in Italia, sono cioè degli endemismi (in alcune regioni come il Friuli Venezia Giulia e le isole maggiori questa percentuale supera ampiamente il 20%).
La ricchezza di biodiversità della penisola non si limita alle sole piante. Sul territorio nazionale vivono oltre 57.000 specie animali conosciute; di queste gli artropodi (insetti, millepiedi, crostacei e ragni) sono i più numerosi (quasi l’80%) i vertebrati invece costituiscono appena il 2,2% con 120 specie di mammiferi, 473 di uccelli, 58 di rettili, 38 di anfibi e 568 di pesci. Le specie animali endemiche note sono 4.777, che equivale all’8,6% del totale delle specie italiane (www.faunaitalia.it).
Questi numeri servono per dare un’idea del patrimonio di biodiversità che ognuno di noi ha nel giardino del condominio, nel parco cittadino o nei campi delle periferie del paese. Proprio questa biodiversità nostrana è spesso quella più bistrattata e ignorata; e di conseguenza quella che finisce per venir deturpata e infine perduta.
Il luogo dove viviamo, qualunque esso sia, è anche la casa di milioni di altri esseri viventi, da microscopici batteri fino ad alberi imponenti. Ogni specie ha un ruolo insostituibile da svolgere, nel variegato intreccio di vite che chiamiamo “ecosistema”: decomporre gli scarti e fornire nutrienti alle piante, assorbire l’acqua in eccesso, impollinare fiori e colture, controllare l’equilibrio tra le varie specie. Questi sistemi vengono fortemente minacciati dalla pressione delle attività umane, dalla forte urbanizzazione, dall’agricoltura intensiva e dalla comparsa di piante e animali in luoghi diversi da quelli di origine.
Da considerazioni di questo tipo è nato un importante progetto di sensibilizzazione su tutto il territorio europeo: “Let it Grow” (www.letitgrow.eu). Si tratta di una campagna promossa da tre delle maggiori associazioni che si occupano di scienza e società, EAZA (European Association of Zoos and Aquaria), ECSITE (European network of science centres and museums), BGCI (Botanic Gardens Conservation International). Gli scopi che si prefigge Let it Grow sono di far crescere la consapevolezza nei cittadini sui temi della “biodiversità dietro casa” e sul fatto che sono proprio gli ecosistemi più vicini a noi ad essere più minacciati.
Per iniziare a invertire la tendenza e pe contro valorizzare l’immensa biodiversità del nostro territorio, Farfalle nella Testa ha aderito a “Let it Grow.
Il modo migliore per intraprendere questa strada crediamo sia di fare ognuno una sua personale piccola azione. L’idea è quella di mettere “un seme” di biodiversità in ognuno dei visitatori che passano alla Casa delle Farfalle: per farlo abbiamo creato – grazie a una collaborazione con Seme Nostrum (www.semenostrum.it) una pionieristica azienda nata nell’ambito dell’Università di Udine che si occupa proprio di sementi autoctone – delle bustine di semi di essenze locali che piantati nei vostri giardini o sui vostri terrazzi, e che avranno il duplice vantaggio di favorire la biodiversità locale e di attirare e nutrire le farfalle.
Si dice sempre che un piccolo gesto valga molto più di tante parole. Ecco, la nostra proposta è proprio quella di iniziare con un gesto semplice, come piantare dei semi, per fare in modo che ognuno si senta non solo fruitore ma anche artefice del patrimonio di biodiversità che abbiamo intorno (e di cui siamo parte).
(I semi con cui iniziamo questo progetto sono Dianthus barbatus / garofano dei poeti, Scabiosa triandra / vedovina a foglie sottili, Daucus carota / carota selvatica)