Meglio un leader sano o intelligente?

rubrica
il biologo impenitente

data
06 Apr 2015

In realtà, nel ricordare questo episodio con nostalgia, non posso che considerare un fatto: la complessità della macchina cerebrale e la sua capacità di controllare le nostre azioni quotidiane limitando gli ambiti del così detto “libero arbitrio”, va ben al di là di quanto sia immediatamente comprensibile.

In questi giorni ad esempio, visti i continui fatti di cronaca che mostrano come la classe politica e dirigente italiana sia la più corrotta d’Europa, mi sono domandato cosa spinga la maggior parte delle persone a credere alle stesse ripetute promesse, fatte dagli stessi personaggi o ad accettare cambi di opinione e di casacca platealmente sfacciati.

Ho dunque immaginato che per l’essere umano la scelta di un leader debba coinvolgere necessariamente altri fattori oltre l’oggettiva capacità di giudizio.

Ho trovato parziale conforto a questi miei pensieri in uno studio pubblicato dalla rivista “Frontiers in human neuroscience” (1). I soggetti coinvolti dovevano scegliere il possibile “capo” esclusivamente osservandone il volto, di volta in volta elaborato digitalmente in modo da denotare più o meno intelligenza o più o meno mascolinità e buona salute.

Ebbene, la maggior parte dei candidati al test (69%) in prima battuta ha dato la propria preferenza a visi che mostrano buona salute. I ricercatori hanno anche notato che un volto sano è in genere percepito come mascolino mentre accade il contrario per quello intelligente. In pratica apparire in “forma” paga sempre. Questi dati ci spingono ad una riflessione. Tra gli animali i tratti che nei maschi indicano benessere fisico, (muscolatura possente, colori sgargianti, canto forte e prolungato, piumaggio lucente), sono alcuni dei caratteri determinanti per essere scelti dal partner perchè indicano che l’individuo reca in sé un ottimo corredo genetico, tale da permettergli di sopravvivere al meglio in natura. Analogo discorso può essere fatto per l’essere umano la cui storia evolutiva ha avuto come sfondo un ambiente ricco di pericoli, tra catastrofi naturali, predatori, parassiti, malattie ed altri gruppi umani ostili. Sopravvivere ad essi, come già detto, significa essere portatore di buoni geni ed avere la capacità di usare al meglio le risorse fisiche di cui si dispone.

Evidentemente questi segnali continuano ad essere i primi e più probanti per il nostro cervello quando si tratta di scegliere l’individuo fuori dalla media, il possibile “migliore”.

E forse questo è anche il motivo per cui i nostri politici fanno di tutto per non sembrare intelligenti.

 

(1) “A face for all seasons: Searching for context-specific leadership traits and discovering a general preference for perceived health” in Frontiers in Human Neuroscience, 5 November 2014.