La scimmia curiosa e altri animali
Nel giorno del suo 89mo compleanno, esce in Italia “Un cervo in metropolitana e altre storie della mia vita con gli animali”, la traduzione del volume di ricordi del 2006 “Watching: encounters with humans and other animals” (da cui, come avrete notato, viene anche il titolo di questa rubrica).
Chi conosce Desmond Morris molto probabilmente ha letto (o ha sentito parlare de) “La scimmia nuda”, il rivoluzionario lavoro del 1967 che segnò uno spartiacque, iniziando ad analizzare il comportamento umano nel contesto del processo evolutivo: certo siamo diversi, non abbiamo il pelo, però siamo parte della linea evolutiva degli altri primati e con loro condividiamo ancora moltissimi tratti, attitudini e comportamenti. Se ancora oggi un pensiero di questo genere incontra opposizioni e sdegnate alzate di scudi, pensate a cosa deve aver rappresentato 50 anni orsono.
Nei decenni successivi, Morris ha pubblicato molti altri volumi che continuano ad analizzare il comportamento umano dal punto di vista prettamente zoologico, spaziando volentieri in aree poco ortodosse (ricordiamo solo La tribù del calcio, 1981). Morris non è stato mai particolarmente apprezzato dall’accademia e dalla scienza ufficiale, al principio perché affrontava in maniera prettamente scientifica e tecnica, tematiche che erano fino ad allora inserite in una prospettiva piuttosto umanistica e genericamente culturale, in seguito perché Desmond Morris non è mai stato uno specialista di nulla, quanto invece un curioso di tutto. Oltre al successo come studioso e scrittore, Morris ha fatto soprattutto TV e cinema (al suo attivo sono molte centinaia di documentari e trasmissioni di divulgazione scientifica, soprattutto sugli animali), mentre un’attività costante è stata fin dagli anni ’40 quella di pittore, con una lunga lista di esposizioni all’attivo.
Questa settimana Repubblica ha pubblicato un’intervista in cui Morris dice alcune cose interessanti, sulla sua vita e come lui l’ha vissuta. “Ammetto che ho spesso sorriso del lato più leggero della vita o riso di gusto delle bizzarre manie e idiosincrasie dell’umanità, ma non me ne scuso”. O ancora: “Ho sempre invidiato coloro che nella loro vita si sono concentrati solo su un aspetto di una scienza. Ma io non sono fatto così. Ho bisogno di saltare da un argomento all’altro senza freni o imposizioni … mi sono sempre sentito uno studente, non uno studioso, anche oggi a 89 anni”.
Perché reputo che questo sia interessante? Perché mi fa apprezzare il vecchio ragazzo Desmond? Perché, da un certo punto di vista, non sopporto i professionisti e trovo che l’essenza degli umani stia proprio nella loro natura di “scimmie curiose”.
Quest’anno abbiamo conosciuto Mauro, un giovane ricercatore all’Università di Bologna di 55 anni, con cui probabilmente collaboreremo al progetto di conservazione del Bosque Nuevo in Costa Rica. Laureato in veterinaria, si occupa di uccelli, di genetica e di un sacco di altre cose. E sa parlare in maniera documentata e coinvolgente di quasi ogni animale e ogni albero a cui ci troviamo di fronte. Dopo alcuni giorni trascorsi insieme, abbiamo deciso che è indubbiamente una delle persone più curiose, più dotate e più interessanti che abbiamo incontrato in questo nostro lavoro. Un giorno, a pranzo, gli abbiamo detto che ci sembrava davvero strano che un cervello fino come il suo non fosse per lo meno professore. Lui ha risposto, ridendo con leggerezze, che non sarà ovviamente mai professore. “Mi piace troppo osservare, leggere, curiosare, pensare, per poter essere un professore nell’università italiana”.
A chi non verrebbe la tentazione di tornare ancora una volta a riflettere e a scrivere su quanto sia miserabile l’accademia e la ricerca in questo nostro paese? Ma no, seguiamo invece quanto dice Morris nell’intervista: “All’inizio della mia vita, tra guerre e genocidi, ero terrorizzato dalla nostra razza. Perciò mi misi a studiare gli animali. […] Ho capito che mi sbagliavo. Così, negli anni Sessanta, passai ad analizzare gli uomini. Sono molto meglio di quanto credessi […]una creatività impareggiabile, gli esseri viventi più collaborativi, generosi ed empatici che abbia mai conosciuto. Per questo ho fiducia e dico: viaggiate il più possibile. Riscoprirete quella meravigliosa forza umana che è in noi e che ha sempre sconfitto i tiranni, le paure, il male”.
Viaggiamo dunque, incontriamo tanti umani e tanti animali, e circondiamoci di persone curiose e appassionate.