Il colore dei giorni, il profumo dei suoni

I vantaggi evolutivi della sinestesia

rubrica
il biologo impenitente

data
09 Feb 2015

L’esperienza percettiva della Sinestesia o “fusione dei sensi”, è caratterizzata da una risposta sensoriale differente dallo stimolo che la provoca, (vedere suoni o sentire colori) ed è un fenomeno noto fin dall’ottocento. E’ causato generalmente da deprivazione sensoriale, uso di farmaci o danno cerebrale. Il quattro per cento della popolazione però, vive questa “condizione” in maniera spontanea, involontaria e stabile nel tempo; in pratica chi ad esempio, vede una nota musicale di un certo colore, lo fa sempre allo stesso modo nell’arco della vita (es: il sol maggiore è sempre azzurro), e non è in grado di controllare o gestire tale fenomeno.

La sinestesia, che ha una componente genetica ereditaria, è dovuta ad una maggiore e più intensa comunicazione tra aree sensoriali del cervello. L’ereditarietà di questa condizione ha portato alcuni scienziati (2) a chiedersi se vi è un vantaggio in termini evolutivi in coloro che ne sono dotati o se si tratti di un sottoprodotto, un epifenomeno legato ad altri caratteri utili. Ciò che gli studi hanno chiarito è che le associazioni sinestetiche portano ad avere sia una maggiore capacità mnemonica che un maggior estro creativo, (non a caso sono sette volte più comuni tra poeti, artisti e scrittori), e questo “potenziamento” di normali processi cognitivi è possibile abbia permesso alla sinestesia di sopravvivere alle pressioni evolutive.

 

(1) Oliver Sacks, Musicofilia

(2) David Brang e Vilayanur S. Ramachandran, Survival of the Synesthesia Gene: Why Do People Hear Colors and Taste Words?, Plos Biology