Storie
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Il corniciaio pazzo
Continuo a tenervi aggiornati in diretta sulla ricerca che in questi mesi sto portando avanti a proposito di come homo sapiens possa riuscire (o meglio, non riuscire) a rapportarsi a una realtà che fa di tutto per sfuggirgli di mano. Oggi facciamo un passo avanti e vediamo come più che la sostanza faccia il contesto. Parafrasando McLuhan, “la cornice è il messaggio”.
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Ogni giorno, per caso
Alla fine degli anni 70, George Lucas era reduce dal successo di “Star Wars” e Steven Spielberg da “Incontri ravvicinati del terzo tipo” (non proprio dei superotto di famiglia, insomma). Ciononostante fecero il giro di ognuno degli studios, e nessuno a Hollywood accettò di produrre “I predatori dell’arca perduta”. Dopo molte insistenze riuscirono a farlo produrre alla Universal. Diventò uno dei più grandi incassi di sempre e vinse 9 Oscar (1).
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Prigionieri
Avete presente “A beautiful mind”? Quella del matematico schizofrenico che pensa di essere in mezzo a una cospirazione di spie russe, durante la guerra fredda. La storia è ispirata alla vita di John Nash (che in realtà non immaginava tanto un complotto da guerra fredda, quanto invece di essere l’imperatore dell’Antartide).
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Bee yourself
C’era un meme che girava su Facebook qualche anno fa (credo che a quei tempi non si chiamassero neanche ancora “meme”). Recitava: “Sii sempre te stesso. A meno che tu non possa essere Batman. In tal caso, sii Batman”.
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Perché sono diventato autistico
Siete d’accordo che per quanto riguarda le nostre abitudini e credenze, i nostri atteggiamenti, il modo in cui affrontiamo la nostra giornata, quello che ci aspettiamo dalla nostra esistenza, la maniera in cui ci aggiriamo per i supermercati e con cui rimpiamo i carrelli della spesa, siamo tendenzialmente tutti americani (statunitensi), vero?
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Vero che ho ragione?
Il “pregiudizio di conferma” è uno degli effetti più studiati dalla psicologia cognitiva, e non risparmia nessuno, geni e stupidi, belli e brutti. Penso che sia una delle cose più interessanti su cui fermarci a pensare, oggi: tutti cerchiamo continuamente prove a sostegno delle nostre convinzioni.
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Un buon giorno per la scienza
Sabato 22 aprile è ogni anno la “giornata della Terra”: con questo nome, dal 1970, le Nazioni Unite vogliono celebrare l’ambiente e sensibilizzare alla salvaguardia della Terra: ricordare che gli umani sono la specie che la sta mettendo in periocolo, ripensare i nostri comportamenti in relazione alla salute generale del “terzo pianeta”.
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“Teste dure, presuntuose e ostili”
Una raccolta di articoli, che pubblicheremo nel corso dei prossimi mesi, in cui andremo a riflettere sulle nostre mancanze, sulle carenze degli umani in quanto specie e in particolare sulle lacune dei sapiens del XXI secolo: post-industriali, post-animali, post-culturali, post-intelligenti. Una serie, quindi, sulle nostre deficienze. Che sono piuttosto gravi, peraltro.
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L’allegro statistico
Hans Rosling era un signore svedese con gli occhiali, capello biondo scandinavo pettinato con la riga e camicia senza cravatta. Hans Rosling è morto all’inizio di febbraio di quest’anno a 69 anni e mi manca molto.
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Stupidi per selezione naturale
Ci sono diverse stranezze e paradossi di taglio scientifico sui quali torniamo spesso con colleghi naturalisti e biologi, davanti a una pizza-e-birra. Uno di questi è che nel corso dell’evoluzione, la specie homo sapiens è stata e sarà sempre composta di individui via via più stupidi. Uno studio recente ci dice che forse non sono solo baggianate da semi-ubriachi.