Storie
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Rimedi per il cambio di stagione
La mia forza di volontà non è certo incrollabile, e immancabilmente i piccoli buoni propositi per la fine dell'anno e l'inizio del nuovo vengono purtroppo disattesi. Il più classico degli obiettivi falliti, considerando anche il periodo festivo che stiamo attraversando, è legato al limitare gli eccessi alimentari. Magari lo sfrenato desiderio di cioccolata calda con panna che sento in questo momento è legato ad un'inconscia necessità di aumentare lo strato lipidico di riserva per affrontare questi lunghi mesi freddi che ci attendono.
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Vicini di casa
Sarà qualche atavica pulsione, ma ai primi freddi sento un forte desiderio di nutrirmi di alimenti oltremodo calorici, ingrottarmi dentro casa e uscire esclusivamente per procacciarmi il cibo al supermercato. So che questa rubrica dovrebbe darvi suggerimenti per escursioni sul territorio o attività da svolgere en plen air ma, in tutta onestà, questa volta non mi sento di proporvi un'uscita al freddo e al gelo, perché, alle volte, senza dover muovere un passo fuori casa c'è chi si sposta per noi...
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Foglie gialle giù
É inevitabile non associare all’autunno alcuni clichè: le castagne, le giornate uggiose (non si è mai visto scritto di bambino che non le nomini), la vendemmia, gli stormi di uccelli in migrazione, la nebbia agli irti colli… e tutte le altre immagini regalateci dal buon Giosuè.
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La leggenda dei camosci del monte Coglians
Tra le tante attrazioni turistiche che il Friuli Venezia Giulia può annoverare non posso non menzionare il paesaggio montano della Carnia. All'estremità nord occidentale della regione si ergono le alte cime delle Alpi Carniche, prima tra tutte il Coglians che, con i suoi 2780 metri è il monte più alto del Friuli. Quello di cui vorrei scrivere oggi però non è né la sua evoluzione geologica né l'incredibile ricchezza di specie presenti in quest'area, ma una curiosa leggenda legata ai camosci che qui vivono.
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Un tuffo dalla piattaforma
Questi sono giorni di ferie, di ultimi ghiaccioli e di sere (sempre più buie) davanti alla televisione nella speranza di una medaglia olimpica in uno dei tanti sport mai praticati. Sono sempre stata piuttosto antiaderente a qualsivoglia attività sportiva, eppure il sacro fuoco olimpico accende ogni quattro anni in me il desiderio di iniziare qualche nuova disciplina: scherma, tiro al piattello, nuoto sincronizzato... fortunatamente questo fermento si esaurisce ancor prima della cerimonia di chiusura dei giochi.
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Venzone horror story
Capita spesso che la gente che visita la Casa delle Farfalle di Bordano chieda un consiglio su dove proseguire la giornata nei paraggi e tra le varie opzioni Venzone è sempre un buon suggerimento. La strada che collega i due paesi costeggia il Tagliamento seguendo le pendici del monte San Simeone; quando l’ho percorsa la prima volta l’ho trovata al quanto piacevole e distensiva… fino a che non ho scoperto che quella strada mi stava portando dritta dritta a Piluèr!
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Chiacchiere di lavatoio
Lasciata Salt, l’ultima borgata di Artegna, e proseguendo per Montenars, ci si imbatte, subito prima del ponte sul fiume Orvenco, in un lavador. Da qui parte il sentiero di cui voglio parlarvi oggi: un suggerimento da tenere nel taschino per un’escursione dell’ultimo minuto adatta alle più calde giornate d’estate (dresscode: scarpe da escursionismo e costume da bagno).
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Segni di una notte di mezza estate
Nella mia classifica personale dei mesi più belli, giugno è senza alcun dubbio il vincitore assoluto! Sorvolando sull’esigenza opinabile di dover stilare una classifica sui mesi dell’anno preferiti, quello che mi piace di questo momento è la sensazione di leggerezza e serenità che mi trasmette, come di un “inizio promettente”.
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Sul ponte di Braulins e sul Tagliamento
Metà degli anni ’80. Ogni domenica d’estate una Fiat 1100 celeste imboccava la strada che si immette sul ponte di Braulìns in direzione di Trasaghis e ogni domenica i passeggeri all’interno (io e mio cugino) sapevano che sarebbero stati costretti dal conducente (mio nonno) a intonare così: “Sul puint di Braulins, al è passât un asìn, cu la cussute plene di luvìns…” [Sul ponte di Braulins, è passato un abitante della Val d'Arzino, con la gerla carica di luvìns].
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Un’altra storia dell’Orcolàt
Immaginate il Friuli, tanto tanto tempo fa ... quando le poche strade sterrate che collegavano i villaggi erano percorse solo dai carretti … quando le case erano costruite solo con il legno e la paglia (non ancora in sìment), quando ancora non esisteva il campionato carnico.